Pioggia radioattiva: il Telegraph alimenta paure infondate?

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    Su Japan Probe, autorevole sito online di informazione, è apparso un articolo piuttosto stizzito e polemico nei confronti di un pezzo a firma Alastair Wanklyn pubblicato sul Telegraph, piattaforma web dello storico quotidiano britannico. Secondo l'articolo incriminato, che molto ha irritato lo staff del sito nipponico, l'utilizzo dell'ombrello da parte dei giapponesi si sarebbe di molto incrementato rispetto agli anni precedenti l'incidente nucleare di Fukushima Daiichi, e questo, secondo il giornalista inglese, per la paura di una ricaduta di materiale radioattivo durante le piogge.

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    Questa una delle frasi incriminate: "La cultura nipponica dell'uso dell'ombrello è stata molto rafforzata in questi giorni dalla paura costante di fall-out da Fukushima, in particolare di piogge radioattive, cosicché la popolazione tende a portarseli sempre dietro, sia a casa che al lavoro".

    L'articolista di Japan Probe fa anche notare che nel suo ufficio è presente un portaombrelli di dimensione tale da contenente il doppio degli ombrelli che sarebbero effettivamente necessari ai dipendenti. Prosegue poi chiarendo che tutti coloro che hanno vissuto in Giappone prima e dopo i catastrofici eventi del marzo 2011 sanno bene che l'uso dell'ombrello non è certo cambiato tra prima e dopo che questi si verificassero. I giapponesi infatti ne hanno sempre fatto uso nei giorni di pioggia, in una misura che forse sembrerà strana a persone provenienti da altre nazioni. Questo il motivo ipotizzato da Japan Probe, non senza accentuare ulteriormente il tono polemico del suo testo di risposta a quanto dichiarato dal Telegraph, per cui probabilmente il giornalista inglese ha frainteso la situazione, chiedendosi se sia cosi strano per lui che la maggior parte degli abitanti di Tokyo usi l'ombrello anche in caso di pioggia leggera e concludendo infine che non vi sono scuse per un grande giornale per aver pubblicato una simile affermazione.

    Il livello di radioattività delle acque di Tokyo è stato di fatto testato ogni giorno da dopo l'incidente nucleare, e così anche quello delle precipitazioni, le quali hanno fatto registrare livelli non misurabili di contaminazione. Certo, forse un po 'di timore generale sulla possibilità di piogge radioattive che potevano cadere sulla capitale c'è stato nei giorni immediatamente successivi al disastro nucleare, ma oggi queste paure si sono del tutto estinte. Perciò, l'articolo di Alastair Wanklyn è solo un sensazionalistico pezzo di spazzatura, utile solo a diffondere timori infondati circa la fornitura idrica e il cibo in Giappone. Secondo Japan Probe nel corso degli anni molti sono stati gli articoli relativi al Giappone apparsi sui giornali occidentali privi di notizie concrete o distorti, ma quest'ultimo stabilisce un nuovo traguardo negativo, risultando semplicemente ridicolo.
     
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