Alone In My World Re:Loaded

[Leon~]

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    Non ho mai veramente voluto questa sedia. Desideravo che una parte di me sapesse che cosa volesse rappresentare, ma ho sempre odiato il suo peso

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    Capitolo 1:Goodbye Precious Life


    "Anche oggi piove... questo è il nono giorno di fila" pensai preoccupato... Non poteva essere normale, in Giappone ci sono maremoti, terremoti e piove molto spesso, soprattutto d'inverno, tuttavia, inspiegabilmente in nove giorni la pioggia non aveva mai smesso di cadere, non aveva nemmeno accennato a diminuire, anzi, era aumentata sempre di più. Questi fenomeni iniziarono quando mio padre Raiton* divorziò da mia madre, litigavano spesso, non so il perchè, ma è come se la mia nascita fosse stata una maledizione. Dopo circa una settimana dal divorzio iniziarono questi strani fenomeni, ma non solo in Giappone... Ad esempio in Africa sempre più spesso si verificarono maremoti, in Italia tifoni, e alcune regioni dell'Oceania e dell'America si distaccarono completamente dalla nazione madre, come se fossero delle barche alla deriva.Come è possibile tutto questo, non credevo che le nazioni potessero perdere "pezzi" come se fossero giocattoli. Incuriosito volevo scoprire tutta la verità su questo mondo, ma le mie speranze vennero stroncate il 30 settembre da Abunai*, un bullo della mia scuola ,al mio confronto era un titano, alto circa due metri, piuttosto grasso, non molto veloce, però quella perdita era compensata dalla sua enorme massa fisica, aveva pochi capelli , non sapevo se perché li stava perdendo o perché se li tagliava. Sulla parte sinistra del viso aveva una cicatrice che si prolungava fino alla parte inferiore destra del suo viso. Era impressionante, fortunatamente non lo dovevo guardare in faccia, anche perché, quando ero con lui stavo sempre con la testa dentro un cesso; quello che mi faceva arrabbiare di più era che non mi potevo liberare da queste "catene", io ero, in un certo senso, proprietà di Abunai, e, da quanto avevo capito, lo sarei stato fino alla fine del quinto anno scolastico.Non eravamo nella stessa classe, tuttavia, vedevo più lui che Anna, la mia amica. Era stata l'unica persona ad essere stata sincera con me, era l'unica persona di cui mi fidavo e l'unica che si fidava di me, oltre ad essere la mia amica, ero segretamente innamorato di lei,ma non potevo dirglielo . Anna, non era altissima, aveva un viso quasi angelico, occhi verde acqua e aveva dei bellissimi capelli biondi, talmente lunghi che le arrivavano all'inguine. Aveva un carattere solare, faceva amicizia con chiunque ed era capace di infondere energia in chiunque. Mi chiamava Kirin, non le dispiacevano i miei capelli biondi e "semi-ricci", i miei occhi castani, sotto il destro avevo tatuato in rosso il mio nome in kanji* , e sotto al sinistro spiccava una cicatrice, ricordino di Abunai, credo durante il primo anno. Vivevos in un quartiere malfamato di Hiroshima. con mia madre di cui non ricordavo neppure il nome, non avevo rapporti con lei, poichè usciva la mattina ancor prima che io mi fossi svegliato e tornava a casa a sera tardi, il più delle volte era ubriaca e molte volte ero oggetto delle sue violenze, aveva tentato anche di uccidermi, tuttavia, grazie ai sonniferi, che assumeva più volte al giorno, si addormentava proprio quando doveva darmi "il colpo di grazia". A sedici anni, come la maggior parte dei miei coetanei,frequentavo il terzo anno del liceo Ishizawa, un nome che faceva tremare qualunque persona di Tokyo, Questa scuola era una delle peggiori del mondo, le pulizie non avvenivano mai, le mura che ci dovevano in un certo senso "proteggere" era quasi assenti, ad esempio nella mia classe mancava il muro divisorio, in sintesi,la mia classe e quella vicina erano una cosa sola, e anche degli sconosciuti si erano resi conto del mio carattere. Non ero un tipo solare e socievole, come la mia amica, anzi, ero chiuso in me stesso e non volevo che qualcuno che non conoscessi mi si avvicinasse, non sapevo il perchè, avevo in un certo senso, paura dello sconosciuto, coloro che non conoscevo mi facevano paura...

    30 Settembre 2015
    Anche quel giorno pioveva, ma alla fine della mia vita, mi piacque pensare che il cielo stesse piangendo per me,anche se molto presto scoprii che era vero... Era un sabato, un giorno prima del compleanno di mia madre, le feci un regalo un po' "speciale e anticipato": quello di sparire dalla faccia della Terra, si mi uccisero, il colpevole, non era molto ben chiaro... Quel giorno fu indimenticabile, la mia vicina di banco era Anna, dato che il mio "compagno" era assente in seguito alle ferite "post-Abunai"... Quel giorno mi venne a prelevare un certo San*, un amico del mio nemico.
    <kirin, mi dispiace, per quello che ti sto facendo> mi disse quasi piangengo.
    <non ti preoccupare, ormai ci ho fatto l'abitudine> dissi per consolarlo.
    <dispiace più a me che a te. Abunai oggi è arrabbiato e non poco, credo che oggi non ritornerai a casa molto presto> disse dispiaciuto.
    <non è colpa tua... Non sono arrabbiato con te, al contrario, ci siamo conosciuti alle elementari, io e te, e siamo stati migliori amici per un bel pò, la colpa è di Abunai> dissi.
    <san!> urlò una voce dal bagno.
    <a...Abunai incomincia ad urlare, questo non è un buon segno> disse preoccupato San

    Non finimmo neanche di aprire la porta del bagno, che Abunai già mi stringeva fra le sue sue grinfie per riempirmi di pugni... Le sue mani incominciarono a colorarsi di rosso sangue e a bagnarsi delle mie lacrime. avevo pensato più volte di suicidarmi per la vita che stavo conducendo, ma c'era sempre una voce che mi diceva:"Non lo fare, la tua vita è più importante di quel che pensi", era forse questa frase che mi aiutava ad andare avanti, tuttavia, come potevo credere che la mia vita fosse così importante se ero maltrattato tutti i giorni e rischiavo ogni giorno di morire, come un soldato in guerra, come poteva essere così preziosa?
    Il ragazzo coi capelli neri, si scocciò di prendermi a pugni, così mi alzò, sembrava che mi volesse sbattere la testa contro il lavandino, un'azione del genere non mi avrebbe lasciato di certo in vita. L'ipotesi si trasformò in realtà, però un attimo prima del suo gesto urlai:
    <kirin!>

    lo feci d'istinto e d'improvviso.... tutto diventò cupo, la scuola cadde a pezzi in un istante e il cielo si oscurò, come se volesse piovere, inoltre Abunai cadde a terra esanime e accanto a lui c'ero io... Se io stavo osservando me stesso a terra, ricoperto di sangue voleva dire che... IO ERO MORTO...

    *Raiton=Fulmine
    *Abunai=Pericoloso
    *San=3

    TO BE CONTINUED...

    Edited by Leon~ {El Mejor} - 24/10/2012, 14:00
     
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